-Non è
questo il momento, né il luogo per parlare del Firestarter.
Permettici di ospitarti nel nostro rifugio e ti prometto che
parleremo a lungo.
Con queste
parole, Kosse tagliò bruscamente il discorso. In effetti, ora che
aveva avuto sufficiente tempo per osservarli, Vihn potè constatare
che sia il Gerarca che i suoi guerrieri erano piuttosto a disagio nel
rimanere in quel posto. In seguito, avrebbe scoperto che erano stati
loro stessi a sigillare quella tomba, un sancta sanctorum in cui far
riposare il loro Patriarca per l'eternità. Uscirono dall'ampia e
tetra camera e Kosse ordinò a due Neofiti di presidiare l'ingresso
finchè non fossero arrivati altri a ri-sigillarne il portone,
dopodichè fece strada e condusse Vihn lungo una serie di tortuosi
cunicoli.
Il piccolo
famiglio zampettava allegramente attorno a Vihn, riflettendo il
sollievo psichico che l'ibrido provava nell'aver trovato dei suoi
simili. Non sapeva nemmeno che i Magus e i Patriarchi potessero
materializzare queste creature. Blashyrrk non ne aveva mai fatto
parola con nessuno, ma del resto conduceva una vita assolutamente
ritirata ed era molto riservato sulla portata dei suoi poteri.
Tuttavia l'istinto gli diceva che ne era in grado. Non che avesse
conosciuto molti psionici, anzi, ma i portenti di cui quell'essere
era in grado avevano più volte sfidato la ragionevolezza del mondo
terreno, persino per gli standard del 41esimo millennio. La sua morte
fu una tragedia, seconda solo alla perdita del Padre.
-Scusa,
Kosse, ma ho bisogno di sapere. Mi hai detto di essere l'ultimo
Gerarca del vostro Culto... Avete ancora un Magus?
-No. Si
chiamava Reekel e durante quella battaglia fu ferito gravemente. Lo
portammo in salvo, ma perdeva troppo sangue e nel giro di qualche ora
morì. Naturalmente, non prima di averci lasciato la Profezia del
Firestarter.
-Quando è
stato?
-In anni
terrestri? Circa quattro anni fa. Siamo sopravvissuti unicamente
nascondendoci e solo di recente abbiamo iniziato ad uscire dal nostro
rifugio. Le cose qui sono molto cambiate a quanto pare, sebbene di
fatto continui a regnare il disordine. Era così prima e credo che
rimarrà così per sempre, almeno finchè non estenderemo il nostro
dominio su tutto e tutti.
-Quindi sei
tu al comando del Culto?
-Non
proprio. Al momento siamo in due a detenere il comando, anche se
spesso le nostre idee differiscono.
-Ma se sei
l'ultimo Gerarca, allora di chi si tratta?
-Mi
riferisco al nostro Accolito Vessillario, Murian.
-Un semplice
Vessillario?
-Si e no. In
pratica è il più anziano degli ibridi di prima generazione, una
figura molto rispettata come potrai di certo capire. E merita tutto
il rispetto che riceve, sia chiaro. È lui che custodisce le nostre
insegne e tutti gli Accoliti lo vedono come il loro capo. Io sono
molto più giovane e non sono ancora riuscito a guadagnarmi il loro
pieno rispetto.
-E su che
cosa siete in contrasto?
-Farai prima
a verificarlo tu di persona, piuttosto che a farti spiegare da me o
da chiunque altro.
Dopo una
decina di minuti, il gruppetto giunse di fronte ad una piccola
paratia corazzata ricoperta di ruggine. Attivando il comunicatore
della propria tuta da lavoro, Kosse ordinò ai cultisti che
presidiavano l'interno del loro rifugio di aprirne l'accesso. Dopo
qualche attimo di silenzio, la paratia iniziò a sollevarsi, non
senza sinistri cigolii e stridii. Giunta a metà si bloccò e Kosse
ordinò ai suoi soldati di iniziare ad entrare, per poi invitare Vihn
a fare lo stesso.
L'interno
assomigliava ad una piccola città. C'erano luci, ibridi indaffarati
che correvano a destra e a sinistra impegnati in faccende e
commissioni, la temperatura era decisamente più alta dell'esterno e
nell'aria si libravano odori riconducibili a cibi di curiosa natura.
L'aspetto del posto tuttavia era abbastanza miserabile. In pratica,
si trovavano all'interno di un vecchio ed enorme hangar di macchine
da miniera, pieno zeppo di baracche costruite con i materiali più
disparati, tra cui carcasse di veicoli e rottami di ogni genere. Le
persone osservavano Vihn con un misto di stupore e sospetto, come se
ne capissero al volo la natura ma ne diffidassero ugualmente, per poi
tornare ai loro affari. Le strade, se così si potevano chiamare,
erano costellate di sporcizia di ogni genere, da normali avanzi di
cibo a ben altri avanzi di cibo, passando per cartacce, vestiti a
brandelli, carogne di strani e piccoli animali... Insomma, un posto
davvero misero.
Si stava
giusto accorgendo del fatto che finora aveva incontrato unicamente
ibridi di 3a o 4a generazione, quando Kosse
riprese a parlare.
-Murian e i
suoi seguaci, cioè tutti gli ibridi di 1a e 2a
generazione, non abitano qui. Dall'altro lato di questo hangar vi
sono i resti di un insediamento di minatori, gli stessi che erano
proprietari di questo hangar e di buona parte dell'equipaggiamento
che adoperiamo. Loro stanno lì. Vengono qui di tanto in tanto, in
fin dei conti siamo sempre tutti fratelli.
-E che fine
hanno fatto i minatori?
-Oh, alcuni
facevano già parte del Culto, altri vi entrarono quando conquistammo
questa zona. Altri ancora provarono ad opporre resistenza... Come mai
questo interesse per i locali?
-Non
fraintendere le mie domande, eh, io avrei fatto lo stesso.
Semplicemente, ero curioso di saperlo.
-Allora vedi
di essere meno curioso quando incontrerai Murian. Non è molto bravo
a parlare e detesta farlo. Saremo già fortunati se non tenterà di
ucciderti... Ma stai tranquillo: faremo il possibile per difenderti.
Questi
ultimi sviluppi iniziarono ad inquietare Vihn. Si era forse cacciato
in un guaio? Oh beh, non che avesse avuto molte alternative. Kosse lo
aveva invitato e trattato con rispetto, ma era pur sempre un Gerarca
a capo di un manipolo di soldati. Se non avesse acconsentito a
seguirlo, probabilmente sarebbe stato convinto con la forza.
Giunsero di
fronte alla baracca più grande di tutte. Dalla presenza di guardie
all'esterno, Vihn dedusse che si trattava dell'alloggio di Kosse.
Deduzione corretta. Il Gerarca salutò le guardie e vi entrò,
facendogli cenno di seguirlo. L'interno era caldo e accogliente, dal
momento che un fuoco crepitava in una stufa e il suolo era ricoperto
di tappeti e vecchi cuscini. Vihn individuò altre due stanze; nella
prima notò un vecchio sacco a pelo dell'Astra Militarum, mentre la
seconda era nascosta da una porta chiusa. Probabilmente era il cesso.
Non vi erano sedie, ma un basso tavolino dominava il centro della
stanza, ricoperto di quelle che sembravano essere mappe. Kosse invitò
Vihn a sedersi e poi si accomodò su di uno dei cuscini vicini al
tavolo.
-Questa è
casa mia. Se ti va bene, sarò felice di ospitarti fino a che lo
vorrai. Come puoi vedere, non è il massimo della comodità ma è
quanto di meglio potrai trovare quaggiù.
-Tranquillo,
sul mio pianeta vivevo in un posto ben peggiore. Ero un membro degli
equipaggi dei veicoli e praticamente dormivamo dentro di essi...
-Scomoda
come cosa. Ma veniamo a noi. Vuoi sapere cosa è il Firestarter,
giusto?
Vihn era
tutto orecchi.
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