- Spazio - da qualche parte nella Frangia Orientale
La Mente era a posto.
Biomassa?
Check.
Gemme per le Osteosciabole?
Check.
Nuova Nave Alveare?
Check.
Nuove strategie?
Check.
Nuovo, gustosissimo DNA di Astartes?
Check.
Un vago senso di frustrazione, tuttavia, pervadeva parte della Coscienza Collettiva. L'investimento fatto per combattere su Meghnada II era stato ripagato con qualcosina extra, ma si poteva fare di più. In fondo, la Bahamuth era solo un'orfana, non possedeva la stessa cieca ferocia della sua progenitrice nè le stesse dimensioni. Non si poteva permettere sconfitte totali, di conseguenza anche solo prolungare la propria esistenza era un risultato positivo. Vivere ancora significa avere ancora delle possibilità.
La Nave Alveare nata su Meghnada II raggiunse il resto della sua bioflotta in un paio di anni. Sul suo percorso si nutrì di piccoli pianetini e lune, senza grosse difese o addirittura senza forme di vita senzienti ad intralciare il suo cammino. Il giusto necessario per la traversata, per ricostruire le proprie nidiate e per crescere di dimensioni. Una volta raggiunta la bioflotta, in ibernazione nel vuoto cosmico, la Mente dell'Alveare mise a fuoco un nuovo obiettivo, un nuovo pianeta.
Un nuovo Richiamo era infine giunto.
La Risposta non si sarebbe fatta attendere.
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