martedì 13 dicembre 2016

FIRESTARTER - capitolo IV - MURIAN


-Mentirei se ti dicessi che qualcuno di noi sa esattamente cosa sia il Firestarter. Come ti ho già detto, tutto ciò che sappiamo ce lo rivelò Reekel in punto di morte. Ma ti dirò tutto quello che so. Stando al nostro Magus, il Firestarter è come noi, ma non è uno di noi. Egli è protetto dalla Mente della Nidiata, ma non possiede veri poteri. Lui è un leader, ma al tempo stesso non lo è. È colui che innescherà il fuoco che brucerà i nostri nemici, ma anche noi stessi. Il Firestarter non è un segno di pace, ma un segno di guerra.

-Non che mi spaventi la guerra, ma finora sembra che io non sia altro che una sciagura...

-Ahahaha! Certo. Infatti Murian la pensa esattamente così sul Firestarter. Diciamo che secondo lui potresti tranquillamente essere la nostra rovina... Ma la parte davvero importante, secondo me, viene dopo. Reekel aggiunse che dalle ceneri dei fuochi del Firestarter sarebbero nati decine, se non centinaia, di Culti e che tutti quanti loro avrebbero ricevuto la visita della Grande Divoratrice.

-Però ceneri...fuochi... Se tutto ciò è vero, vuol dire che brucerà tutto anche qua. Io non voglio causarvi altri problemi.

-Si e no. Reekel infatti ci disse che tu saresti stato solo di passaggio. Che non era questa la tua vera destinazione. Murian sostiene che comunque sia tu porterai rovina, io invece credo che sia nostro compito aiutarti. Per il bene dei nostri simili.

Le rotelle nel cervello di Vihn iniziarono a girare all'impazzata. Non gli era molto chiaro cosa volesse Kosse da lui. Forse voleva solo usarlo contro Murian? Oppure i suoi intenti erano sinceri? In ogni caso, era il primo alleato che trovava da tanto tempo: di certo non se lo sarebbe messo contro. E poi decise che, comunque stessero le cose, avrebbe cercato di attenersi al suo piano originario: recuperare le forze e poi andarsene. Certo che questa profezia del Firestarter assomigliava proprio tanto alle sue intenzioni e ai suoi desideri...

La sua riflessione fu interrotta da delle urla provenienti dall'esterno. Kosse scattò in piedi e si avvicinò all'ingresso della baracca. Vihn gli sentì pronunciare distintamente la parola “Murian” e si alzò in piedi pure lui. Era giunto il momento di incontrare questo riverito Vessillario.

Effettivamente, il problema era proprio lui. Le voci sulla presenza di Vihn e su quello che potesse significare avevano rapidamente fatto il giro di tutte le orecchie del Culto, fino ad arrivare a quelle di Murian (o meglio, ai cavi orifizi posti sui lati della sua testa). E la cosa lo aveva fatto imbestialire. Le guardie della capanna stavano cercando di impedirgli di entrare, ma i loro sforzi poterono poco contro la sua furia. L'Accolito entrò nella baracca e con lo sguardo individuò subito Vihn. Un ringhio, proveniente dalla sua gola, sottolineò quella poco gradita scoperta. Kosse intervenì.

-Murian! Ti chiederei “come osi entrare senza invito”, ma tanto so che non te ne fregherebbe nulla, quindi vado al sodo. Non toccarlo. È lui ed è reale. E non vedo come possa portarci guai.

Lo sguardo d'odio di Murian si posò su Kosse. Con una voce d'inferno, l'ibridò parlò.

-Te l'ho detto, Kosssse. Non è bene. Non è giusssto. Non ha diritto di bruciare. Non è ancora momento per guerra.

-Se non oggi quando, Murian? Siamo pronti ed è ora di combattere. Lui ne è la prova.

-Ammessso che sia Firessstarter... Porterà noi a rovina. Io dico che deve andare via. Potrebbe non esssere lui, anche ssse è sssimile a noi. O andare via, o noi uccidere.

Il messaggio di Murian era abbastanza chiaro: nel dubbio, vattene o ti ammazzo. Piuttosto che rischiare così tanto, Vihn se ne sarebbe davvero andato via, ma Kosse mostrò un pugno di ferro ormai non del tutto inaspettato.

-No, Murian, non lo ucciderai. Ed è ora di finirla! Senza Patriarca e senza Magus, dovrei esserci IO al comando. Io da solo!

-HAH! Io è più anziano, io è più simile a Padre! IO DOVERE COMANDARE! E tu, Kossse, obbedire. Ma già troppo ssspreco venire qui. Tu, io non avere nulla di persssonale, ma vattene sssubito. Non sssei benvenuto.

Detto questo, Murian se ne andò. Vihn fece in tempo a scorgere una figura muscolosa e torreggiante in strada, assolutamente grottesca, prima che la porta si richiudesse. Kosse notò il suo sguardo incuriosito e gli fornì spiegazioni.

-È un Aberrante. Non ne hai mai visto uno, Vihn?

-No mai, da noi non c'erano.

-Colpa delle radiazioni. O di sostanze chimiche. O del warp. Non l'abbiamo mai capito. Fatto sta che sono forti. Sai, non è che il loro intelletto sia molto sviluppato. Capiscono concetti basilari e poco più, come per esempio l'essere fisicamente più simili agli ibridi più vecchi, piuttosto che ai recenti. Ecco perchè sono tutti dalla parte di Murian, hah!

-Si, a proposito di lui... Ascolta, io non voglio crearvi ulteriori problemi. Vedo che già siete sul filo del rasoio e non vedo come la mia presenza possa migliorare la vostra situazione. Il mio piano era quello di riposarmi e andarmene e ho intenzione di attenermi ad esso. Anzi, a dire il vero, farei meglio a partire subito.

Kosse si lasciò sfuggire un'occhiata di sopportazione, come se Vihn fosse un moccioso che fa i capricci. Dopo un breve sospiro, prese la parola.

-Ascolta, Firestarter. Portandoti qui ho già messo in moto avvenimenti che non possono più essere fermati. Non ho il diritto di fermarti, ma credo di avere quello di consigliarti. Parliamoci chiaro: noi qua stiamo morendo. Per un qualche motivo, non sono nati genoraptor dalle quarte generazioni di ibridi, sono nati semplicemente altri ibridi come loro. Anzi, più umani. È come se il nostro sangue si stesse annacquando o qualcosa del genere. Non abbiamo le conoscenze per capire cosa ci sta succedendo. E questo vale anche per Murian e i suoi seguaci. Siamo tutti sull'orlo, al punto che forse sarebbe proprio il fuoco della guerra a salvarci, purificandoci. Murian teme che saremo distrutti, io spero che saremo ripuliti.

-Io non sono un eroe, Kosse. Nè uno scienziato. Se anche volessi interferire, non saprei cosa fare!


-Non preoccuparti. Io un piano ce lo avrei. Se vuoi dare un'occhiata al mio tavolo...

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